domenica, dicembre 03, 2023

Domenica è sempre domenica

Mi chiedo sempre perchè mi trovo a scrivere in questo foglio bianco le mie sensazioni, le mie emozioni.

Scrivo senza guardare neanche il foglio, di getto ... senza rivedere quello che scrivo.

Sono le 9:00 di una domenica di dicembre. Un evento (una cazzata, la presentazione di una autovettura in un concessionario) con colazione offerta. La scusa per fare qualcosa di diverso (e "a scrocco") in un periodo assolutamente piatto. Piccole variazioni sul tema di una vita estremamente piatta, divisa tra lavoro, casa e i laboratori "fuori porta" della Pina (con me in versione "portatore di borse" e "driver").

Sono sempre più a terra. Il lavoro non va benissimo. In ufficio ci sono tanti problemi. Il mio "capo" che è la più classica delle persone inutili. Prossimo alla pensione ma incapace di gestire il suo lavoro e quello dei suoi collaboratori. La voglia è quella di dirgli quello che penso di lui ma mi devo trattenere. Digli che penso che sia una testa di cazzo non porterebbe nessun vantaggio. Ma so che, tra i colleghi, in diversi (o, per meglio dire, la quasi totalità) la pensa come me. 

Difficile fare buon viso a cattivo gioco.

A casa sempre peggio: la Pina è assolutamente destabilizzata. Non prende decisioni, dice che fa le cose per fare contenti gli altri. E questa cosa non mi piace per niente.

Arrivo al sodo: non riesco più a gestire. Ci sono momenti in cui scapperei da questa vita. Una vita che gestisco con enorme difficoltà perchè ho problemi in tutti i campi.

La casa è un incubo. Mai fatta scelta più sbagliata ma il momento storico era molto particolare. La morte dei genitori della Pina a distanza di pochi mesi l'uno dall'altro, la voglia di ricominciare dopo 3 morti importanti in pochi anni ... e invece ci siamo inconsapevolmente infilati in un incubo.

La vita personale ... lasciamola stare. Parlerei in questo momento di "coabitazione" più di convivenza.

Nessun progetto. Ci trasciniamo nella monotonia della vita da cinquantenni squattrinati e indebitati. Non riusciamo a emergere da questa monotonia anche perchè ho capito che la carretta praticamente la tiro io.

Con scelte, organizzazione di vita, aiuto ...

Sono stanco ed ho bisogno di parlare con qualcuno. Ma non voglio "scoprire il fianco" parlandone ai pochi amici rimasti che, probabilmente, non riuscirebbero neanche a capire le mie sensazioni e non riuscirebbero ad aiutarmi.

Non sto bene in tutti i sensi e devo, invece, fingere di stare bene davanti a tutti.

E questa consapevolezza mi sta lentamente buttando giù, mi sta demolendo mentalmente.