domenica, settembre 30, 2018

Luce e buio

Luce e buio.
Questa alternanza mi destabilizza. E, a volte, penso di essere arrivato al punto di non ritorno.
Niente è peggio dell'insofferenza, dell'indifferenza.
Si. Insofferenza. Inizio a essere insofferente alla Pina. Ho le mie responsabilità sicuramente ma, dopo la morte della madre, la situazione è precipitata.
L'assenza di empatia è evidente. L'incapacità di esternare nei tempi e nelle modalità corrette i suoi stati d'animo mi destabilizza.
Ho capito forse oggi che non abbiamo più nulla in comune, non abbiamo più cose che condividiamo o che vogliamo condividere.
Oggi mi ritrovo in un imbuto. Con un solo stipendio devo fare fronte alle esigenze di una famiglia senza figli (per fortuna vorrei dire, considerato che vivere con uno stipendio e tre persone sarebbe stato peggio dell'incubo in cui mi trovo adesso). Una casa nuovo, un mutuo ... una quota di condominio parecchio alta e pochi soldi per potere vivere.
E, inoltre, senza molte valvole di sfogo. Mi sarebbe piaciuto avere un cane. Ok, forse sarebbe diventato un surrogato di figlio. Ma è un qualcosa nel quale avrei riversato affetto.
Pure questa cosa mi è stata privata. Pina dice che il cane è qualcosa di impegnativo, che ci impedirebbe di partire (qualora oggi avessimo le risorse economiche per poterlo fare), che il cane poi riempie la casa di peli (che sono l'ossessione di Pina) e che lei sarebbe costretta a pulire continuamente.
Ecco: due persone dentro una casa che hanno idee diverse.
Pina a casa ci sta benissimo. E' il posto dove può "controllare" tutto. Tutto in ordine, tutto perfetto. Il posto dove tutto è sotto controllo.
Ed io, anarchico per definizione, che vorrei avere alle soglie dei 50 anni qualcosa per cui vivere.
Si. perché alla fine mi sto spegnendo. Mi sento sempre di più come una di quelle "galline industriali" con l'anello al naso, costrette a beccare sempre il cibo e a produrre sempre più uova.
Ed io, come le galline industriali, costretto a lavorare ed a sbattermi sempre di più per garantire ad una Pina che non capisce quali sono i miei desideri e le mie necessità uno stile di vita congruo.
Siamo alla resa dei conti. Io non voglio vivere più una vita senza stimoli, senza condivisione di obiettivi.
Oggi siamo sempre di più come due persone che condividono uno spazio comune. Con l'aggravante che, personalmente, sono sottoposto a un regime di "controllo" del territorio in cui vivo che farebbe saltare gli schemi anche al più santo delle persone.
Parliamoci chiaramente. Se non avessi un debito per la casa e se avessi solo capito prima quella che era il carattere di Pina forse non avrei comprato casa, non mi sarei indebitato e avrei terminato il nostro rapporto coniugale.
Ora "la morale", il fatto che la Pina senza qualcuno che la aiuti economicamente non è in grado di vivere, mi vincola terribilmente.
Luce e buio, vita e morte.
Ed io, forse, sto lentamente morendo dentro ...

domenica, giugno 10, 2018

Perché ? Perché ?? Perché ???

Perché ciclicamente torna questo mio stato d'animo ?
Perché sono sempre profondamente insoddisfatto ?
Perché vedo gli altri sempre felici e contenti ed io sempre come Calimero, piccolo e nero ??
Ok, inizio ad ammetterlo: inizio a capire cosa si intende per "crisi di mezza età".
E' quella fase della vita (generalmente intorno ai 50 anni) in cui ti guardi indietro e sei cosciente di avere fatto tante cazzate. TI guardi avanti e vedi che sei senza prospettive.
Ho poche certezze: il non avere avuto figli è, forse, una fortuna.
Con il carattere di Pina avremmo avuto una marea di problemi.
Lei è così: quando fa una cosa si ci butta anima e corpo. Non "legge" il contesto, non valuta gli stati d'animo di chi le sta accanto. Va, lei va. Come un treno.
Nel passato io sono stato conciliante. ho messo pezze, mi sono "incastrato" con le sue attività.
Ma ora, complice la crisi di mezza età, sono diventato meno tollerante.
E, soprattutto, noto che non abbiamo prospettive.
I miei desideri per lei non contano. Quello che forse in questo momento potrebbe farmi stare meglio non ha importanza.
Non ho avuto figli ma mi piacerebbe (o sarebbe piaciuto) avere un cane.
Lo so: un cane non è un figlio.
Ma, comunque, è un essere animato che ha bisogno di affetto, di essere curato, di essere coccolato.
Purtroppo per Pina tutto questo è un problema. Il cane porta sporco, porta peli. In buona sostanza porta lavoro in più.
Lavoro che non è conciliabile con la sua nuova (e/o futura) attività di libera professionista.
Quindi, ancora una volta, i miei desideri o le mie aspettative passano in secondo piano.
Un uomo senza aspettative, un uomo senza futuro è un uomo morto. Ecco: io sono un uomo morto. Morto dentro. Vivo per inerzia. Il lavoro mi da i ritmi. So che 5 giorni la settimana mi devo alzare presto per produrre, come una gallina in un pollaio.
Poi arriva il sabato e la domenica. I giorni che inizio a odiare di più. Perché in questi giorni noto l'incapacità di Pina di essere "trainante" se io sono giù. Di essere, caratterialmente, in grado di strapparmi un sorriso, di trasformare una giornata "buia" in una giornata di "luce".
E, in questi due giorni, conto paradossalmente i minuti che mi separano dal lunedì. Dal giorno della fuga.
Quest'anno, prima volta in 25 anni di lavoro, prenderò solo i giorni necessari di ferie pur avendone tanti.
Perché ? Perché non mi va di stare settimane a vegetare a letto senza fare nulla, perché non mi va di andare a mare alle 16 perché la Pina deve rassettare prima casa, perché non mi va -forse- di stare a contatto con lei.
Lo so: anche io nel passato ho sbagliato. Ma oggi, alle soglie dei 50 anni, vorrei una vita diversa.
Aspetto l'ultimo giorno della mia vita. Tanto, oggi, nessuno mi cerca ... E se vivessi da solo già immaginerei il titolo del quotidiano: "Trovato morto dopo settimane. Il defunto viveva da solo a casa e nessuno si è accorto della sua morte. I vicini da tempo non lo vedevano in giro"