giovedì, novembre 14, 2024

Vita in viaggio

Strana la vita. Volo Linate/Palermo del 10/11/2024. Seduto nel posto 15a, finestrino, mano Ita sapesse che mi piace vedere fuori quando volo.

Di sottofondo, con le AirPods alle orecchie, una playlist di musica soft degli anni 90 scaricata da Spotify.

I corsi e ricorsi della storia: gli anni in cui facevo radio a Palermo.

Sarà stato il cortisone che prendo da un paio di giorni ma la frequenza cardiaca mentre ero in attesa ha raggiunto i 135.

Forse a questo si aggiunge anche lo stress di un viaggio di ritorno da Locarno (Svizzera) dove la Pina resterà fino al 22/12/2024.

Il dottorato di ricerca che ha vinto su fondi PNRR impone la permanenza minima di 6 mesi all’estero. E questa è la prima tranche.

Prima di lasciarla sola fino al mio prossimo viaggio (fra 10 giorni) mi chiedeva il senso di tutto ciò e se era la cosa giusta.

Le ho spiegato che nella vita non esistono cose giuste o sbagliate (e qui trattengo le lacrime giusto per non dare soddisfazione ai ragazzini che mi siedono accanto). 

Esistono cose che si sentono e si vogliono fare.

Ma a questo punto mi chiedo se tutto ciò ha un senso e ne vale la pena.

Non è solo per soldi, per avere un fisso mensile (cosa che, nella disorganizzazione totale del precedente lavoro, non esisteva) ma allora per cosa ?

Il progetto di ricerca non le piace, ritiene che la permanenza a Locarno possa non essere profiqua.

Io le ho detto di aspettare, che almeno questo primo periodo per capire se ne vale la pena o meno è funzionale alla rinuncia.

Ma, egoisticamente nel chiuso di una cabina di un aereo, mi chiedo se effettivamente vale la pena avventurarsi in questi meandri,

Sotto di me vedo città ma intravedo il mare. Penso stiamo sorvolando la Liguria.

Prima, un mese fa, pensavo che questo momento potesse essere un momento di libertà dopo 23 anni di matrimonio.

Oggi, invece, piango.

Piango di rabbia per averla in parte convinta ad avventurarsi in questa avventura folle per l’età che ha la Pina.

Piango di rabbia perché la scelta deriva da un gestione da body rental del suo precedente datore di lavoro.

Piango di rabbia perché penso che non sia giusto dovere abbandonare la propria terra per avere prospettive migliori di lavoro.

Spero che la giornata di domani riservi  alla Pina le risposte giuste per potere continuare con limitata serenità il proseguo di questa sua avventura.

Ad majora!

E con “More than words” degli Extreme passo e chiudo