sabato, dicembre 18, 2021

Una storia lunga 16 anni

 Mi fa impressione. Ho visto a quando risale il primo post. 2005. Siamo a fine 2021. Ben 16 anni.

16 anni lunghi. Anni in cui sono successe tante cose. E si raggiunge una età, 50 anni. Età di rendiconti, di consapevolezza. 

Età in cui si vorrebbe qualcosa di diverso. Una vita diversa. Si pensa alla vecchiaia, la di pianifica. I difetti delle persone si notano di più e, forse, si tollerano di meno.

E mai avrei pensato di essere seduto in una villa su una panchina lilla a credere un post. Post di dolore e insofferenza. Di ora e di dolore. Passa un Labrador e penso che nel 2017, quando Jack e Pina hanno comprato casa nuova, Jack avrebbe tanto desiderato. Per certi versi come il figlio mai arrivato e sotto sotto mai desiderato.

E qui, mentre mi crogiolo al sole di novembre di Sicilia, tiro le somme.

Somme di una vita complessa, con una pandemia che ha cambiato il mondo e le persone.

E proprio quando ti rendi conto che le persone cambiano capisci che l’idea di una vita a due, in comune, forse è impercorribile. E lo dico con velata amarezza.

Forse sono un romantico. Ho visto i miei genitori che organizzavano la loro vita, che vivevano la loro vita coniugale assieme. Così come assieme hanno vissuto la malattia.

Mi rendo conto, invece, che oggi Jack e Pina condividono solo spazi comuni. Quasi come stai quei studenti fuori sede che hanno ognuno un loro spazio e hanno solo un bagno in comune.

Entrare nell’ottica di vivere vite parallele con tempi diversi mi brucia e mi fa male. Così come accettare il fatto che Pina ha notevoli problemi organizzativi e di gestione della vita a due.

Ecco perché mi trovo seduto sulla panchina lilla al sole. Perché mi sta offrendo un momento di pace che non ho a casa, spazio in cui chi ci vive dovrebbe stare nella serenità offerta dalla tana.

Vite diverse, bisogni diversi. Come il bisogno di “fare benzina” la mattina facendo prima colazione e poi affrontare la giornata. Invece alle 14 io ho preso i min cornetto al bar e Pina parla al telefono di lavoro.

Che resta ? Accettare a muso duro che avremo due vite parallele. Smettere di pensare di fare qualcosa assieme diversa dalla spesa alimentare. Metabolizzare questo modus e accettarlo. O soccombere.

Fare le cose che piacciono fregandomene di chi mi sta accanto. Il nuovo must …

sabato, settembre 25, 2021

Non scrivo mai ...

... o quanto meno: mi rendo conto che scrivo sempre a cadenza quasi annuale.

Sembra quasi che questo diario serva a scandire ciò che cambia (o, meglio, che non cambia) nella vita.

La domanda di oggi è: come si supera la crisi di mezza età ?

E soprattutto: cosa è la crisi di mezza età ?

Che sia quel momento della vita in cui si iniziano a tirare le somme, si vorrebbe buttare dalla torre che non piace, che si vorrebbe svoltare pagina e cambiare le cose che non piacciono ?

La situazione "casa" volge al peggio. La causa contro il costruttore che speravo andasse in una certa direzione è andata male. Il costruttore è fallito (fallimento "povero" e programmato sin dall'inizio) e noi abbiamo danni dentro casa.

Io sto mentalmente e fisicamente male. Non ho prospettive, non ho voglia di fare nulla, non riesco a concentrarmi. Voglio disinteressarmi di tutto quello che ho attorno.

Ho perso la gioia nella vita. E, paradossalmente, cerco di passare quanto più tempo possibile fuori. Il lavoro, per quanto luogo di pena, è la situazione meno dolorosa che posso percorrere. 

Almeno è una "zona" dove posso indirizzare un ipotetico cambiamento.

La casa diventa un luogo di pena. Forse è arrivato il momento di chiedere un aiuto esterno o di cambiare aria ...